Vision

Imagining new landscapes that can overcome the barrier of the gaze and reach the attention of the observer is a task that requires restorative abilities that are only of intimacy. Intimacy is comparable to an electrical conductor that allows the innumerable currents of meaning contained in human activity to pass through it. These currents, systems of data that are often unrelated, are composed of flows of electrons, ideas, forms, measurements, new names, visions, materials, semantic shifts. These constant flows keep the entropy of the human system low, allowing it to remain unbalanced. The manifestation of the dialectical tension between intention and result, and subsequently between observer and event, opens small cracks in the individual, passages between the internal world and the external world that prelude new cultural landscapes.

Immaginare nuovi paesaggi che riescano a superare la barriera dello sguardo ed arrivare a far breccia
nell’attenzione dell’osservatore, è un compito che richiede capacità restitutive che sono soltanto
dell’intimità. L’intimità è paragonabile ad un conduttore elettrico che si lascia attraversare
dalle innumerevoli correnti di significati contenute nell’umano operare. Tali correnti,
sistemi di dati tra loro spesso irrelati, sono composte da flussi di elettroni, da idee, forme,
misurazioni, nuove nominazioni, visioni, materiali, spostamenti semantici. Questi flussi costanti
mantengono bassa l'entropia del sistema umano, permettendogli di rimanere in disequilibrio.
Il manifestarsi della tensione dialettica tra intenzione e risultato, e successivamente tra osservatore ed evento,
apre piccole crepe nell'individuo, passaggi tra mondo interno e mondo esterno che preludono a nuovi paesaggi culturali.